Trama:
In una prosa essenziale, ma soppesata con attenzione certosina, Roth ci descrive, al principio, la vita ordinaria e monotona di un capostazione austriaco, Adam Fallmerayer. Per lui si tratta di giornate sempre uguali, passate a compiere sempre le stesse azioni, in un’atmosfera senza accenti. Anche la moglie e le due figlie gli sembrano quasi toccate in sorte. La felicità di questa famiglia non è “quella dei ricchi”, non è quella del “Sud”, di quel luogo meraviglioso verso il quale si dirigono i treni velocissimi che in quella stazione non si fermano mai, di quei posti nei quali anche loro hanno la possibilità, ma solo per una breve vacanza premio, di soggiornare e di capire che, in verità, i “ricchi” portano il “Sud” in qualsiasi luogo si trovino. Poi, tutto d’un tratto, in questo clima malinconico irrompe l’evento, e qui comincia la seconda parte del racconto. Perché proprio uno di quei velocissimi treni, diretti al Sud, deraglia rovinosamente, poco distante dalla stazione di Fallmerayer. Questi si precipita, quasi timoroso, per offrire il suo aiuto, ma rimane bloccato ed incapace di reagire. Tuttavia, sempre all’improvviso, deraglia egli stesso: viene letteralmente colpito, tra le persone che viaggiavano sul treno e che sono state portate in salvo, da una donna, una contessa russa, che cerca di assistere e di cui finisce segretamente per innamorarsi...
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