2 maggio 2025

EMMA ZUNZ - Jorges Luis Borges

 


Incipit:

II quattordici gennaio del 1922, Emma Zunz, di ritorno dalla fabbrica di tessuti Tarbuch e Loewenthal, trovò in fondo all’ingresso una lettera, col timbro del Brasile, dalla quale seppe che suo padre era morto. La ingannarono, a prima vista, il francobollo e la busta; poi, la inquietò la calligrafia sconosciuta. Nove o dieci righe scarabocchiate cercavano di riempire il foglio; Emma lesse che il signor Maier aveva ingerito per errore una forte dose di “veronal” ed era morto il tre di quel mese all’ospedale di Bagé. Firmava la lettera un compagno di pensione di suo padre, un certo Fein oFain, di Rio Grande, il quale non poteva sapere che si dirigeva alla figlia del morto. 
Emma lasciò cadere il foglio. La sua prima impressione fu di malessere al ventre e alle ginocchia; poi di cieca colpa, d’irrealtà, di freddo, di timore; poi, desiderò trovarsi già al giorno dopo. Immediatamente comprese che quel desiderio era inutile, perché la morte di suo padre era la sola cosa che fosse accaduta al mondo e che sarebbe continuata ad accadere, senza fine. Raccolse il foglio e andò nella sua stanza. Furtivamente lo ripose in un cassetto, come se in qualche modo avesse già conosciuto i fatti futuri. Già aveva incominciato a intravederli, forse; già era quella che sarebbe stata.





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