Incipit:
Javier anticipò di un attimo.
– Campanello! – gridò, già in piedi.
La tensione si spezzò, violentemente, come un’esplosione. Eravamo tutti alzati: il dottor Abásalo aveva la bocca aperta. Si imporporava, serrando i pugni. Mentre, riprendendosi, sollevava una mano e sembrava sul punto di lanciare un sermone, il campanello suonò davvero. Uscimmo di corsa con strepito, eccitati, aizzati dal gracchiare da corvo di Amaya, che avanzava scompigliando i banchi.
Il cortile rimbombava di grida. Quelli di quarta e di terza erano usciti prima, formavano un gran cerchio che fremeva sotto la polvere. Quasi insieme a noi, arrivarono quelli di prima e di seconda; portavano nuove frasi aggressive, altro odio. Il cerchio crebbe. Lo sdegno era unanime nelle medie. Le elementari avevano un cortile piccolo, a piastrelle azzurre, nell’ala opposta della scuola.
Racconto tratto da:
I cuccioli. I Capi
Einaudi
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