SCHEDA
Autore: Tozzi Federigo
Titolo. Gli Orologi
Tratto dalla raccolta I Giovani
Anno:
Genere: Racconto - Novella
N° parole: 2040
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Descrizione:
Gli orologi, in questo racconto scandiscono il tempo che resta da vivere. Il protagonista davanti agli orologi misura il passato e il futuro, per questo avverte la vecchiaia e l’incombere della morte, e ha paura degli orologi che il padre (orologiaio) gli aveva lasciato in eredità. Gli orologi sono i padroni della sua vita, perché il tempo e la morte dominano la sua esistenza.
L’ambivalenza che in genere i personaggi tozziani hanno nei confronti dei loro simili qui il protagonista mostra nei confronti dei suoi orologi, che ama ossessivamente e nello stesso tempo odia, avvertendone il potere tirannico. La disperazione in questo racconto non assume tratti esasperati o drammatici presenti nelle altre novelle, ma una tonalità triste e malinconica, quella che nasce dalla percezione dello scorrere del tempo e dal senso della caducità.
(font varie dal web)
Tozzi è sicuramente uno tra i grandi del secolo scorso, e credo abbia dato il meglio di se proprio nei racconti. Certo non è uno scrittore che trasmette allegria, anzi, se tenete alle vostre vene, prima di leggere qualcosa di Tozzi assicuratevi di non avere a portata di mano una lametta, o strumenti affilati di altro genere. Lo sconforto che trasmette la sua prosa è contagiosa, bisogna essere fortunati o vaccinati per non esserne coinvolti. Comunque… questo racconto non vi farà fare salti di gioia, ma della sua raccolta “Giovani” è tra quelli meno tragici, meno deprimenti e più ironici. Buona lettura.
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RispondiEliminaIl tema degli orologi mi pare pertinente.
RispondiEliminaFederigo Tozzi ha pubblicato questo racconto negli anni 30 del Novecento: era il tempo dell'attesa e uno dei grandi temi narrativi dell'epoca era appunto l'attesa (Barnabò delle montagne di Buzzati e il Deserto dei Tartari ne sono una bella testimonianza).
"Il tempo dell'attesa" è una definizione di Giuseppe Petronio: in quel periodo, anni trenta, la vita si configurava come un'inerte attesa, e uno dei grandi temi narrativi dell'epoca è stato appunto l'attesa. Il rinvio sempre protratto di un accadimento che permetterebbe di sentirsi vivi e operosi.
RispondiEliminaMA VERAMENTE VI PIACE STO SFIGATO?
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