28 aprile 2017
BESTIE - Federigo Tozzi
SCHEDA
Autore: Tozzi Federigo ( 1883 - 1920)
Titolo: Bestie
Anno: 1930
Genere: Frammenti - Aforismi- Prose liriche
N° parole: 3445
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Descrizione
Si tratta di una raccolta di 69 frammenti o aforismi, che hanno una sola cosa in comune: in ognuno di questi brevi racconti compare, in maniera anche casuale e marginale, un animale. Per capire il senso globale dell'opera, occorre tenere presenti l'aforisma iniziale e quello finale, che definiscono quelli intermedi. Questi due frammenti sono infatti caratterizzati dalla presenza dell'unico animale che, all'interno della raccolta, sembra essere stato investito di un valore simbolico: l'allodola, che rappresenterebbe un bisogno di elevazione, di senso, di accordo con la natura. Nel primo frammento viene descritta la difficoltà dell'allodola a vivere in un mondo dominato dall'uomo; nell'ultimo è presente un appello all'animale perché ritorni nell'anima. Gli aforismi intermedi, privi dell'allodola, diventano delle allegorie vuote, che sottolineano il bisogno di significato e l'impossibilità di ottenerlo. "Bestie" è quindi un'opera che esprime la frammentarietà e l'assurdità della vita.
Fin dall’inizio di Bestie Tozzi invoca la libertà, la dolcezza, il ricongiungimento. Gli sguardi di un’anima già avvertita e definita «piena di occhi chiusi» (Barche capovolte) si indirizzano preferenzialmente verso scenari normalizzati, specie campestri; ognuna delle bestie qui doviziosamente chiamate a raccolta sarà, secondo l’associazionismo jamesiano, il segno materializzato di un proprio disagio e di una propria conoscenza: una sorta di dislocazione rintracciata di quel che di non saputo l’io porta con sé, del suo inquietante impasto di «buca di scorpioni» e «nido di usignoli», di «bisbigli» e «code paurose».
All’insegna di modi di essere, il dentro e il fuori annullano demarcazioni di territorio: tutto sarà estasi o incubo. A dare consistenza al fantasma animalesco che come un appuntamento inevitabile e strutturante attende il lettore è ciò che Luigi Baldacci ha chiamato il «realismo del profondo» di Tozzi, l’espressionismo integrale di una scrittura ai vertici del Novecento.
(font varie dal web)
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All'interno di questa raccolta ci sono dei frammenti veramente belli. Non come certe cacatelle pretenziose che si leggono sul web, il fatto è che tutte insieme mettono una tale tristezza... è consigliabile leggerle poco per volta. C'è il pezzo del ciabattino che è un gioiello di squisita semplicità.
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