SCHEDA
Autore: Jerome David Salinger (1919 - 2010)
Titolo: Un giorno ideale per i pesci banana
Tit. originale: A Perfect Day for Banana Fisch
da: Nove Racconti . Einaudi
Anno: 1° edizione 1948
Genere: Racconto
N° parole: 4320
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Riassunto
Nella prima parte del racconto una ragazza di nome Muriel Glass alza la cornetta del telefono in una camera d’albergo dopo essersi passata lo smalto sulle unghie. Dall’altra parte del filo c’è sua madre, una pedante signora middle class la quale per tutta la conversazione ventila l’ipotesi che Seymour, il giovane marito di Muriel, congedato dall’esercito dopo la fine della seconda guerra mondiale, sia un soggetto instabile di mente e pertanto pericoloso.
Nella parte centrale incontriamo il pallido e solitario Seymour sulla spiaggia di una non precisata località della Florida, mentre imbastisce un lungo e strampalato dialogo con Sybil, una vivace bambina di soli sei anni. L’incontro sul bagnasciuga è casuale, del tutto innocente, ma la favola dei “pescibanana” che Seymour propina con naturalezza alla piccola bagnante, ha degli elementi scabrosi che inducono ancora il lettore a riflettere sullo stato di salute mentale del reduce. Nella terza parte che precede di poco l’atto conclusivo, Seymour ha uno sconcertante incontro-scontro sull’ascensore con una sfortunata cliente dell’hotel che, secondo il nostro frastornato “eroe di guerra”, avrebbe avuto l’ardire di osservare con troppa insistenza i suoi arti inferiori. Con questo episodio particolarmente insolito e curioso, Salinger ha inteso togliere di mezzo anche gli ultimi dubbi sulle reali condizioni mentali di Seymour. Il finale è all’altezza delle attese ma per scoprirlo non dovete far altro che scaricare la copia e leggere il testo per intero.
Buona lettura.
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Descrizione
Nella prima pagina di Un giorno ideale per i pescibanana – probabilmente il miglior racconto di J.D. Salinger – una ragazza di nome Muriel Glass alza la cornetta del telefono in una camera d’albergo dopo essersi passata lo smalto sulle unghie. Dall’altra parte del filo c’è sua madre, una pedante signora middle class la quale per tutta la conversazione ventila l’ipotesi che Seymour, il giovane marito di Muriel congedato dall’esercito dopo la fine della II guerra mondiale, sia un soggetto poco raccomandabile. “Muriel, te lo chiedo per l’ultima volta: stai bene?” “Mamma – disse la ragazza – per la novantaseiesima volta: sì”. “E non vuoi tornare a casa?” “Mamma, no“.
L’intera telefonata (i patemi della mamma di Muriel si alternano a fiorite divagazioni sulla moda balneare) è congegnata in modo che il lettore non capisca dove finisca la mitomania della suocera e dove inizi la reale possibilità che in Seymour ci sia qualcosa che non va. Segue una lunga scena sulla spiaggia in cui un giovanotto senza nome (nel quale il lettore riconosce immediatamente Seymour prima di avere il tempo di chiedersi il perché) imbastisce uno stralunato dialogo con una bambina di sei anni nel quale l’elemento ludico ha in sé qualcosa di minaccioso, così che i dubbi della suocera di Seymour (mai più nominata da Salinger) vengano continuamente smentiti e confermati...
(Nicola Lagioia su Repubblica)
Nella prima pagina di Un giorno ideale per i pescibanana – probabilmente il miglior racconto di J.D. Salinger – una ragazza di nome Muriel Glass alza la cornetta del telefono in una camera d’albergo dopo essersi passata lo smalto sulle unghie. Dall’altra parte del filo c’è sua madre, una pedante signora middle class la quale per tutta la conversazione ventila l’ipotesi che Seymour, il giovane marito di Muriel congedato dall’esercito dopo la fine della II guerra mondiale, sia un soggetto poco raccomandabile. “Muriel, te lo chiedo per l’ultima volta: stai bene?” “Mamma – disse la ragazza – per la novantaseiesima volta: sì”. “E non vuoi tornare a casa?” “Mamma, no“.
L’intera telefonata (i patemi della mamma di Muriel si alternano a fiorite divagazioni sulla moda balneare) è congegnata in modo che il lettore non capisca dove finisca la mitomania della suocera e dove inizi la reale possibilità che in Seymour ci sia qualcosa che non va. Segue una lunga scena sulla spiaggia in cui un giovanotto senza nome (nel quale il lettore riconosce immediatamente Seymour prima di avere il tempo di chiedersi il perché) imbastisce uno stralunato dialogo con una bambina di sei anni nel quale l’elemento ludico ha in sé qualcosa di minaccioso, così che i dubbi della suocera di Seymour (mai più nominata da Salinger) vengano continuamente smentiti e confermati...
(Nicola Lagioia su Repubblica)
Il racconto è suddiviso chiaramente in due parti. Nella prima metà c’è la lunga telefonata tra la madre e la figlia nella camera dell’hotel, nella seconda c’è un lungo dialogo tra un ex militare e una bambina di pochi anni che avviene in spiaggia. Poi ci sarebbe il finalino ma è meglio soprassedere su questo particolare.
RispondiEliminaLa prima parte è stata aggiunta solo in seguito su consiglio dell’editore, per dare più spessore al personaggio e per offrire una chiave di lettura più semplice. Infatti, leggendo la seconda parte, cioè il racconto originale non è che si capisse poi molto, ma chissà se è poi davvero meglio così.
un riassunto semplice mi farebbe molto bene
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