SCHEDA
Autore: Italo Calvino
Titolo: Campo Di Mine
Tratto da "Ultimo viene il corvo (1949)
Genere: Racconto breve (Storie della Resistenza)
Titolo: Campo Di Mine
Tratto da "Ultimo viene il corvo (1949)
Genere: Racconto breve (Storie della Resistenza)
Incipit:
- Minato, - così il vecchio aveva detto, facendo girare una mano aperta davanti agli occhi, come schiarisse un vetro appannato. - Tutto per lì, non si sa bene dove. Sono venuti e hanno minato. Noi stavamo nascosti.
L’uomo coi calzoni zuavi aveva guardato un po’ il versante della montagna, un po’ il vecchio ritto sulla porta.
- Ma dalla fine della guerra ad ora, - aveva detto, - c’era tempo di provvedere. Pure il passaggio ci deve essere. Qualcuno lo saprà bene.
«Tu, vecchio, lo sai bene», aveva anche pensato, perché di certo il vecchio era un contrabbandiere e conosceva la frontiera come il fornello della sua pipa.
Il vecchio aveva guardato i calzoni zuavi rattoppati, il tascapane sdrucito e floscio dell’uomo e quella crosta di polvere, dai capelli alle scarpe, che testimoniava quanti chilometri a piedi doveva aver fatto. - Non si sa bene dove, - aveva ripetuto. Per il passo. Un campo di mine -. E aveva fatto ancora quel gesto, come se ci fosse stato un vetro appannato tra lui e tutto il resto.
- Minato, - così il vecchio aveva detto, facendo girare una mano aperta davanti agli occhi, come schiarisse un vetro appannato. - Tutto per lì, non si sa bene dove. Sono venuti e hanno minato. Noi stavamo nascosti.
L’uomo coi calzoni zuavi aveva guardato un po’ il versante della montagna, un po’ il vecchio ritto sulla porta.
- Ma dalla fine della guerra ad ora, - aveva detto, - c’era tempo di provvedere. Pure il passaggio ci deve essere. Qualcuno lo saprà bene.
«Tu, vecchio, lo sai bene», aveva anche pensato, perché di certo il vecchio era un contrabbandiere e conosceva la frontiera come il fornello della sua pipa.
Il vecchio aveva guardato i calzoni zuavi rattoppati, il tascapane sdrucito e floscio dell’uomo e quella crosta di polvere, dai capelli alle scarpe, che testimoniava quanti chilometri a piedi doveva aver fatto. - Non si sa bene dove, - aveva ripetuto. Per il passo. Un campo di mine -. E aveva fatto ancora quel gesto, come se ci fosse stato un vetro appannato tra lui e tutto il resto.
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