Autore: Edgar Allan Poe (1809 - 1849) USA
Titolo: Il Gatto nero (The Black Cat)
Anno: 1° edizione 1843
Genere. Gotico - Horror - Racconto (RC)
N° parole: 3.500 ca.
SCARICA ADESSO copia pdf
SCARICA ADESSO copia epub
Descrizione
Una sera, dopo essere tornato a casa ubriaco fradicio, l'uomo notò che il gatto evitava la sua presenza, così lo afferrò e la bestia impaurita lo morse lievemente: subito un demone si impadronì di lui. Estrasse la lama di un temperino nel taschino del panciotto e cavò un occhio alla bestia. Nei giorni successivi, il gatto lentamente guarì e fuggiva ogni volta che il padrone si avvicinava. Inizialmente quest'ultimo fu afflitto da quel rifiuto da parte di Plutone, ma presto subentrò l'irritazione e la perversità, che lo spinse a continuare l'offesa che gli aveva inflitto...
(Wikipedia font)
(ultimo agg. giugno 2022)
Credo che sia stato il primo racconto di Poe che ho letto e, credo, anche il primo racconto horror che ho letto. Due paroline le devo quindi dire. Innanzi tutto il tono, a differenza di altri (non tutti) racconti di Poe - è molto colloquiale - oggi lo avvertiamo meno a causa del passare del tempo. Sarà una mia impressione, ma molti autori italiani dello stesso secolo ci appaiono oggi più "pesanti e artificiosi", mentre quelli inglesi e americani (ma anche francesi) meno. Non è esterofilia. Dipende dal fatto che la narrativa italica è stata, per ragioni storico - sociologiche (unificazione tardiva, radicamento di una lingua comune solo nella seconda metà del XX secolo, analfabetismo diffuso, lenta industrializzazione) prima di tutto letteratura, mentre quella inglese prima di tutto il "raccontare una storia". Con riferimento ad essa, cioè alla storia, Poe (non fa sempre così) esordisce in tono dimesso definendola "strana eppur comunissima" (devo dire che ho sempre pensato - forse sin da allora - che l'originalità è sopravvalutata) ed è ambigua. Come in molti racconti, Poe gioca su due tavoli: minando la credibilità della voce narrante (alcolista: come molti protagonisti di Poe il narratore è una figura di maledetto / ipersensibile) gli fa raccontare una storia in cui è la stessa disperata volontà di raziocinio - che parla di coincidenze. di alterazioni della psiche, di macchie sul pelo e di bizzarre conseguenze della combustione - a far propendere il lettore per la lettura "gotica" della storia. L'epilogo è fulminante, del tutto coerente, definitivo ma allo stesso "aperto"; il lettore può, come il narratore, credere di essersi imbattuto in una storia soprannaturale oppure no. Come, a volte, la realtà vissuta, la realtà narrata è passibile di più interpretazioni e questo contribuisce a sospendere l'incredulità e a rendere la storia, a distanza di secoli, tuttora interessante.
RispondiElimina